La debacle di ieri sera ha creato scompiglio tra dirigenza, squadra e allenatore. Ma com’è possibile che un club che nel 2007 era in cima al mondo, si riduca così male? 91 milioni di debito, voci di esonero un giorno si e uno no, 10° posto in campionato. Questo Milan è il frutto di investimenti sbagliati, o meglio mancanza di investimenti: assenza di un progetto a lungo termine, mancato ricambio generazionale in campo ed ai piani alti. La colpa del crollo del club rossonero è della crisi dicono i dirigenti ed in parte è vero: con l’avanzare della crisi economica italiana il budget destinato agli investimenti è sempre minore. Il più grande errore è stato quello di continuare sulla stessa linea pre-crisi, provando a fare le nozze con i fichi secchi, ignorando completamente che ci sono modi diversi di pensare il calcio. Nel 2011 il Milan offriva 9 milioni netti annui a Ibrahimovic, 7.5 ad un Ronaldinho sulla via del tramonto e 7 a Pirlo trasferitosi un anno dopo alla Juventus. Ed è qui che il bilancio cominciò a scendere. Finiti i fasti della Champions il Milan non riesce neppure a superare gli ottavi e ovviamente gli introiti calano. Nessun campanello di allarme, il club continua sulla sua strada, Pirlo va via a parametro zero e viene sostituito da Van Bommel a cui viene riconosciuto un lauto stipendio. È l’estate del Mr. X che poi si rivelerà essere Nocerino, l’estate dell’età media più alta di sempre con la società che non pensa assolutamente ad acquistare giovani da inserire gradualmente nella rosa. L’anno successivo il patatrac: vanno via tutti i senatori e verranno presi Bojan in prestito, De Jong, El Shaarawy ed un giovanissimo Niang in aggiunta ai due parametri zero Traore e Montolivo. Secondo Galliani la squadra è da scudetto, la storia ci dice che il diavolo arrivò 3° solo grazie ai 16 gol del faraone ed all’acquisto in extremis di Balotelli ed ad un numero quantomeno sospetto di rigori a favore. La stagione 2013/2014 è addirittura peggiore: il club rossonero vende Boateng allo Schalke 04 negli ultimi giorni di mercato per 15 milioni di euro e prende Matri per 11 milioni su richiesta dell’allenatore. Allegri mette in campo una squadra senza gioco, perde El Shaarawy per tutta la stagione causa infortuni, Balotelli va a corrente alternata e comincia anche a sbagliare penalty, Matri segnerà un solo gol (inutile, nella sconfitta 3-2 contro il Parma), il centrocampo gioca in modo lento e abulico. Il conte Max verrà esonerato e preso al suo posto Clarence Seedorf. L’olandese prende la squadra nel momento peggiore degli ultimi 30 anni. 13° in campionato con una media punti ridicola, chiede acquisti mirati alla società: oltre al mediatico Honda vengono presi in prestito con diritto di riscatto Taarabt e Rami uniti al solito parametro zero Essien. Clarence riesce a dare brio ad una squadra senza più ambizioni giocando un calcio senza troppe pretese e portando a casa parecchi punti grazie anche alle giocate di un super Taarabt. A fine stagione verrà esonerato. Ufficialmente per non aver beccato l’obiettivo Europa League, realmente per aver fatto notare alla società di aver fatto un pessimo lavoro prendendo giocatori non all’altezza del club. A fine stagione viene riscattato Rami ma non Taarabt (ritenuto non adatto al progetto del nuovo allenatore Inzaghi), presi Alex e Menez dal PSG a parametro zero così come Torres dal Chelsea. Vengono ceduti Balotelli (molto svalutato dopo il mondiale), Matri e Robinho in prestito e Kevin Constant che fa registrare una sonora minusvalenza. Il Milan inizia bene la stagione giocando catenaccio e contropiede ma alzando il livello entra in difficoltà fino a raggiungere la situazione odierna.
Mr. Bee (o chi per lui) non sembra molto più appetibile ora?
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