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L’allenatore del futuro: l’opinione dei redattori di Canale Milan

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Il prossimo tecnico rossonero sarà uno dei temi caldi dei prossimi mesi. Abbiamo raccolto preferenze ed opinioni dei nostri redattori sulla figura che dovrà succedere ad Inzaghi sulla panchina del Diavolo. Ecco l’allenatore del futuro secondo Canale Milan.

Leonardo Pippa: “Sarri: vista l’impossibilità di arrivare a Klopp o de Boer per l’assoluta e ingiustificata centralità dell’A.D., il nome scelto è quello del miglior tecnico di questa stagione. Fa giocare bene le sue squadre, cura ogni dettaglio del gioco, sa lavorare con i giovani. Un allenatore di provincia non saprà farsi rispettare? Anche Sacchi arrivò dalla provincia”.

Marco Mobilio: “Sarri: la sua capacità di fare miracoli a livello di gioco con materiale umano tutto da valorizzare è emersa chiaramente nella sua avventura ad Empoli. Per una società con pochi soldi è fondamentale lavorare con le idee, e lui le ha. In più, dato non irrilevante per il Milan, è un mago con le palle inattive. Per concludere, il suo stipendio farebbe anche risparmiare; qualità a basso costo”.

Francesco Di Feo:  “Mi piacerebbe vedere Van Bommel(credo sia un predestinato), ma il Milan in questo momento non può permettersi altre scommesse quindi dico Conte: dando per improbabile una rivoluzione della rosa, la sua capacità di lavorare contemporaneamente su testa e gambe dei giocatori attuali serve come il pane. Se ha convinto gente come Chiellini, Pepe e Lichtsteiner di essere davvero forti e poter battere chiunque, può farcela anche con Destro, Poli, Montolivo &Co”.

Giacomo Lombardo: “Vincenzo Montella. Ma dovranno esserci le premesse per un reale progetto a lungo termine. Questo vuol dire niente 30enni statici presi a parametro zero. Ci vuole un allenatore come lui che predilige il lavoro col pallone non sottovalutando il lavoro fisico con un occhio sempre attento ai giovani”.

Emiliano Ascenzi: “MazzarriDopo la non esaltante esperienza all’Inter il tecnico toscano potrebbe portare un sistema di gioco collaudato e automatismi al fin troppo disorganizzato Milan di Inzaghi. Allenatore dal rendimento sempre molto buono, che porta sempre parecchi punti a fine campionato”.

Gaetano Amore: “Il sogno sarebbe Klopp, ma non penso nemmeno che sia il caso di andare oltre con le congetture. Conte sarebbe una valida alternativa ma storicamente gioca con la difesa a 3 che non mi convince granché. La mia scelta ricade su Sarri, che viene dalla provincia e che saprebbe farci ripartire dal basso ripartendo dai giovani e riprendendo consapevolezza di chi siamo ritornando a giocare un buon calcio”.

Danilo Vitrò: “Sarri: un allenatore che senza grandi individualità riesce a fare un bel calcio. L’uomo giusto per la politica societaria del low cost, con lui ci si può aspettare più coraggio nel far esordire e valorizzare i giovani. Si occupa persino delle palle inattive (il nostro tallone d’Achille) con un lavoro quasi maniacale che siano a favore o contro”.

Fabrizio Nardi:  “Di Francesco: giovane, rampante e tanto audace quanto lavoratore. Ha preso il meglio dalla scuola di Zeman (eccetto qualche goleada poco rassicurante), allena con grinta e la sua squadra scende in campo per imporre il proprio gioco. Sarebbe perfetto per (ri)costruire il nuovo Milan”.

Luca Musciaglia: “La testa mi dice Conte: forte, giovane e determinato; l’unico forse in grado di risollevare le sorti della stirpe rossonera. Cuore e grinta saranno le sue armi migliori. Il cuore mi dice Seedorf: in quei pochi mesi da noi non ha fatto male ma è stato cacciato come il peggior traditore”.

Carmelo Abate:  “Montella: il tecnico simbolo del ‘bel giuoco’. Giovane ma con un ottimo bagaglio d’esperienza alle spalle, lacuna che è costata l’ustione della carta Inzaghi e il flop definitivo della linea “il Milan ai milanisti”. Serve un uomo di carisma e caratura come Vincenzo (come lo era Seedorf…)”.

Vittorio Polieri: “Maurizio Sarri, l’allenatore low cost che piacerebbe a Galliani. O forse Vincenzo Montella, uomo di punta del rinnovamento generazionale del nostro calcio. E con lui, per le stesse ragioni, il rampante Eusebio Di Francesco. E poi c’è Roberto Donadoni, professionista serio e vecchio cuore rossonero. E ancora Mazzarri, Spalletti, Lippi, Sabella, fino agli inarrivabili Conte e Klopp, davvero troppo anche per i più incalliti sognatori, A me, sinceramente, piaceva Seedorf…”

Gabriella Gliozzi:  “Il sogno sarebbe il ritorno a casa di un ‘discendente della stirpe d’oro’ che di stile e di DNA Milan se ne intende e che difficilmente tornerebbe sui suoi passi senza certezze, costringendo così il gatto e la volpe (B&G) a ponderare un serio piano di risanamento comprensivo di riorganizzazione a tutti i livelli societari e di investimenti mirati ed importanti. Il suo nome? Carletto Ancelotti“.

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