19 partite, 11 vittorie, 2 pareggi e 6 sconfitte. E’ questo lo score di Clarence Seedorf, alla guida del Milan, nel secondo semestre stagionale 2013 – 2014. Un ruolino di marcia che però, evidentemente, non è bastato a Galliani ed a Berlusconi per confermarlo alla guida del club, che ha trovato nuova linfa in Pippo Inzaghi. Il cui incipit stagionale, peraltro, era stato di assoluto rispetto: la riscoperta di Honda, le buone prestazioni offerte da Menez, il rilancio di Abate sono stati solo alcuni dei meriti di superPippo, che però adesso, a maggior ragione dopo la sconfitta di Marassi di ieri, si ritrova a dover affontare la prima mini-crisi da quando è stato promosso in prima squadra.
Il suo Milan sinora ha racimolato, in 14 giornate, 21 punti, figli di 5 vittorie, 6 pareggi e 3 KO. 14 in meno di quello dell’olandese, che però giocò 5 partite in più: la domanda, adesso, nasce spontanea: ce la farà il Milan a vincere tutte le prossime 5 gare, in modo da portare Inzaghi ad avere uno score migliore di quello di Seedorf?
Difficile, se non impossibile. Da qui alla fine del girone d’andata i rossoneri incontreranno Napoli in casa, Roma fuori, Sassuolo a San Siro, Torino fuori casa e Atalanta ancora al Meazza. Vincerle tutte, ad oggi, e con gli arcinoti problemi della squadra, sembra davvero impresa proibitiva.
Il primo sembra riguardare l’attacco. Benino hanno fatto solo Honda e Menez – sinora rispettivamente autori di 6 e 7 gol – che, peraltro, nell’ultimo mese appaiono appannati come non mai. Malissimo i centravanti, Pazzini e Torres, che sinora in due hanno racimolato solo un gol, quello dello spagnolo, all’esordio. E male anche El Shaarawy, a segno una volta sola in oltre 900 minuti in campo. Una soluzione, contro i partenopei, potrebbe essere quella di riproporre il Niño (fuori per 90 minuti ieri) dal 1′, nel 4-2-3-1 che si specchierebbe in quello di Benitez, e più d’una volta provato da Inzaghi, con la conseguente esclusione, però, di Bonaventura, che adesso, col rientro di Montolivo al fianco di de Jong rischia palesemente il posto (almeno in caso di mediana a due). Oppure sarà Menez (egoista, e sciupone, contro il Genoa) a lasciare il posto a Torres al centro dell’attacco, riportando il modulo al 4-3-3 che sembra meglio bilanciato, con tanto di mediana a tre e conferma di Jack al fianco dei due titolarissimi?
Domande a cui solo i prossimi giorni potranno dare risposta. Una, nel frattempo, è già arrivata: Inzaghi, almeno nel girone d’andata, non farà meglio di Seedorf.
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